Combattiamo insieme lo spreco alimentare!

Lo spreco di cibo rappresenta un enorme problema ambientale ed economico: un tema complesso da affrontare, ma per il quale tutti noi possiamo fare la differenza cambiando abitudini e comportamenti. Scopriamo come…

Che cosa sappiamo dello spreco alimentare? Come al solito, le statistiche vanno per le spicce, ma ci danno un’indicazione chiara: nelle nostre case buttiamo 36 chili a testa di cibo (FAO). Che significa, per una famiglia di tre persone, oltre 100 chili di cibo che in un anno vanno a finire nella spazzatura.

Alimenti che abbiamo lasciato invecchiare nel frigo, che non ci sembrano più troppo freschi o che non ci va più di mangiare. Una quantità non proprio esigua: verdure, frutta, pane, formaggi, insaccati, cibi conservati o surgelati che abbiamo pagato – qualche volta anche a caro prezzo – e che invece di nutrirci vanno a ingrossare il fiume di rifiuti che quotidianamente parte dalle nostre case per andare a finire nel migliore dei casi in impianti di trattamento e, nel peggiore, in discarica.

Che cosa possiamo fare allora per combatterlo?
Ecco qualche consiglio che viene proprio dalla tradizione culinaria italiana in cui non mancano certo le possibilità di utilizzare cibi e alimenti che sono o sembrano troppo vecchi.

 

 

Piatti di grande storia come le toscane pappa al pomodoro e ribollita, che proprio necessitano di pane raffermo e nascono al fine di riutilizzarlo. Per non parlare delle frittate di pasta, della tradizione napoletana, cucinate con la pastasciutta del giorno prima, oltre alle onnipresenti polpette che non solo servono a usare il pane avanzato, ma anche le verdure e il pesce.

Se con le bucce di patate fritte si può organizzare un aperitivo croccante, il risotto avanzato chiama i supplì, mentre con il ciambellone invecchiato si può preparare un’ottima zuppa inglese. Addirittura le foglie di sedano e ravanelli, che solitamente finiscono nella spazzatura, con l’aggiunta di olio, pinoli e parmigiano, possono diventare la base per un pesto originale e gustoso.

Ma ci sono anche soluzioni nuove, legate al ciclo del freddo.
Avete mai pensato a dare nuova vita alla macedonia? Passandola al frullatore e aggiungendo semplicemente uno sciroppo di acqua e zucchero, la frutta un po’ troppo macerata può trasformarsi in un ottimo sorbetto, basta riporla in freezer per qualche ora e rimescolarla di tanto in tanto.

 

 

Lo stesso si può fare utilizzando la gelatiera. Se poi non è sufficiente la cucina degli avanzi per recuperare gli alimenti, soprattutto chi ha la fortuna di avere uno spazio esterno può optare per una compostiera: ce ne sono decine di modelli, a prezzi molto abbordabili. Con adeguata areazione e tempi giusti, il cibo e le confezioni compostabili si trasformano, infatti, in ottimo terriccio da usare per le nostre aiuole o i nostri vasi da fiori, per arricchire il suolo delle sostanze nutritive che derivano dagli alimenti.

Cucinare gli avanzi in modo gustoso o utilizzare una compostiera richiede più tempo che non riempire la pattumiera. Ma il risultato cambia, in termini di impatto ambientale: assieme al cibo noi gettiamo l’energia e l’acqua che servono a produrlo, a trasportarlo, a conservarlo. E il cibo che gettiamo pesa sulla raccolta e la gestione dei rifiuti urbani. Dal punto di vista economico, la differenza potrebbe essere consistente anche per il budget familiare: il costo medio stimato a famiglia è infatti di circa 5 euro a settimana, il che significa oltre 250 euro l’anno: erano 330 solo 5 anni fa. (Rapporto Waste Watcher, 2019).

Questo significa che aver posto l’accento sulla necessità di una riduzione degli sprechi alimentari, come è stato fatto nel nostro Paese, si è rivelata e continua a rivelarsi una strategia convincente per pesare meno sugli equilibri del Pianeta e sui bilanci dei singoli.

Insomma, non sprecare cibo fa bene a tutti!