Ha rotto gli schemi della moda, dato nuovi spunti di riflessione e ribellione alle donne e oggi continua a dominare il mondo delle passerelle e dello street style. Ripercorriamo la storia di un indumento dallo spirito ribelle e dal fascino attuale.

Se siete fan delle date, allora non potete ignorare che nel mese di giugno, esattamente il 6, si festeggia la giornata mondiale della minigonna, l’indumento la cui invenzione si lega a una delle donne più rivoluzionarie del costume del Novecento, Mary Quant, una stilista che ha rotto gli schemi della moda e del pudore e lo ha fatto accorciando gli orli delle gonne. Che la minigonna venga celebrata nel mese di giugno è piuttosto scontato, dato l’inizio della bella stagione che invita a indossare capi freschi e leggeri; che possa piacere o meno è invece questione di gusti, e l’eleganza dipende spesso da come certi capi vengono indossati, ma è comunque innegabile che ci sia un prima e un dopo nel mondo della moda rispetto alla nascita della minigonna.

E fu proprio lei, Mary Quant, a proporre nella Londra che ballava al ritmo dei Beatles la prima minigonna nella sua boutique di Chelsea: era il 1964. Si era nel cuore del decennio divenuto espressione assoluta di un desiderio di liberazione che avrebbe investito più generazioni. Il tumulto e il manifesto socio-culturale che ne conseguirono determinarono un cambiamento mai avvenuto prima nella vita delle donne che si accorciarono le gonne di quasi quindici centimetri, ma che iniziarono anche a cambiare il proprio ruolo rispetto alla società.

Dal canto suo, Mary Quant aveva semplicemente fatto indossare una gonna cortissima a una giovane parrucchiera di 17 anni, Leslie Hornby, detta Twiggy. Una gonna che da quel momento divenne uno dei capi più amati dalle ragazze e dalle donne di tutte le latitudini. E mentre Mary Quant trionfava nel Regno Unito con il suo riconoscibile stile fresco e provocatorio, le passerelle francesi adottavano questo capo sotto i nomi di Emanuel Ungaro, Pierre Cardin e André Courréges, affermatosi come il vero e unico creatore della minigonna, colui che fece di Brigitte Bardot la sua musa ispiratrice. Il cinema e la televisione non impiegarono molto a innamorarsene, cosa che aiutò la minigonna a entrare gradualmente nella società, tanto da abituarla a tutta la sua audacia. E sarà forse per quel ruolo di liberazione insito nelle sue origini che gli stilisti e i brand della moda attuale pur cambiandone dimensioni e volumi non si stancano mai di riproporla. E sarà per quel suo spirito ribelle e autentico che, come negli anni Sessanta, ancora oggi la minigonna è l’oggetto del desiderio irrinunciabile dell’armadio di ogni donna.