Cosa succede quando pensiamo alla dolcezza?

La nostra mente ci richiama di solito l’immagine dello zucchero o del miele, ma in realtà il concetto di dolcezza è ben più ampio rispetto a uno o più ingredienti, e può essere esteso a qualcosa che ha che fare non solo con lo zucchero e le sue conseguenze sull’organismo e sul sistema nervoso, ma anche con gli effetti legati alla sfera psicologica e comportamentale. Scopriamone di più grazie al contributo della psicologa e psicoterapeuta Silvia Piconi.

Dottoressa Piconi, sfatiamo un mito o confermiamolo: è vero che lo zucchero ci rende felici?

Se ne parliamo da un punto di vista specifico, ovvero chimico, la risposta è si, e questo perché aumenta i livelli di serotonina nel sistema nervoso centrale. Come noto, la serotonina è un mediatore ormonale associato alle sensazioni di piacere e al buonumore. La sua produzione consiste in un processo fisiologico naturale che si attiva dai recettori nervosi del tratto gastrointestinale e del sistema nervoso centrale. Tuttavia, la sua secrezione può essere stimolata in vari modi, tra cui l’assunzione di determinati cibi come i dolci e lo zucchero. Ma la sua influenza non è solo chimica e non si limita alla sfera dell’organismo agendo anche su diversi livelli: psicologico, emotivo e comportamentale. Anche per questo il consumo dello zucchero deve essere limitato e non utilizzato in chiave eccessivamente consolatoria.

Ci fa un esempio dell’influenza psicologica ed emozionale dello zucchero?

Lo zucchero può contribuire a darci tante forme di piacere non solo quando lo assumiamo, ma anche quando lo cuciniamo, e questo vale un po’ per tutti i generi di alimenti. Pensiamo, ad esempio, al gusto che proviamo quando stiamo preparando un dolce o il nostro piatto preferito. Innanzitutto, cucinare fa diminuire i livelli di stress, perché consente di lasciare libera la mente e concentrare i pensieri su quello che stiamo facendo, e nello stesso momento in cui facciamo qualcosa che ci procura del piacere e attiviamo le movenze corporee per compiere quell’azione, proviamo automaticamente una serenità interiore che fa sì che i livelli di stress accumulati fino a quel momento tendano a diminuire.

Detto così, ci fa venire voglia di abbuffarci di zucchero!

In realtà, come dicevo, non è solo la presenza dello zucchero a renderci felici: si può provare benessere emotivo anche preparando un dolce che ne è privo, così come un piatto di pasta o un piatto di verdure. Dobbiamo capire che per raggiungere la gratificazione a tavola, non dobbiamo limitarci al solo atto del mangiare, a prescindere dall’alimento. Stare a tavola significa creare anche uno spazio di comunicazione e condivisione, un vero e proprio spazio emotivo sia da un punto di vista famigliare che ludico-sociale. Già dal momento del cucinare, che precede quindi quello del pasto, si crea uno scambio di emozioni, ad esempio tra chi prepara, e quindi dà amore, e chi riceve. È un filo che crea una trama che veste e racconta molto più di un’unica azione e di un unico momento.

Lo zucchero visto attraverso gli occhi della psicologia Lo zucchero visto attraverso gli occhi della psicologia

È vero quindi che dietro al sapore, all’odore e al sedersi a tavola si nascondono infiniti significati?

Dietro l’atto del mangiare esiste tutto un vissuto che si chiama “memoria cellulare” grazie a cui diamo a questa esperienza una corrispondenza positiva e piacevole, perché la nostra storia di vita ci guida e ci plasma nel pensare e nel comportarci proprio attraverso le nostre esperienze. Questo significa che nel momento in cui stabiliamo un contatto sensoriale con un determinato ingrediente o alimento che ci procura o ci ha procurato piacere, le sensazioni che proviamo ci trasferiscono automaticamente un imprinting positivo. Quindi, anche solo il ricordare l’atto del mangiare un dolce già rappresenta una fonte di piacere, perché il nostro cervello non fa alcuna differenza tra una cosa che facciamo realmente e qualcosa che pensiamo con una carica emotiva forte.

Un esempio?

Pensate al ciambellone che la vostra nonna o la vostra mamma vi preparavano con tanto amore: oltre a risentire il suo profumo e a farvi venire l’acquolina in bocca, senza che ve ne accorgiate starete già sorridendo…