L’evoluzione dell’integrale

Da cibo simbolo del sacrificio e di regimi dietetici privativi ad alimento ricco di benefici nutrizionali a cui si accompagna il piacere di un sapore sempre più naturale e goloso. Scopriamo come sono cambiati i gusti degli italiani in tema di integrale.
C’erano una volta i prodotti integrali, insapori e sacrificanti, e c’è oggi l’integrale, ricco di fibre ma anche di gusto e piacere. Che cos’è successo, quindi, a questo alimento che compare sulle nostre tavole e nelle nostre dispense già dalla metà degli anni Ottanta e la cui presenza nei regimi alimentari dell’epoca si legava più a un messaggio negativo di privazione che a un messaggio positivo legato ai suoi infiniti benefici nutrizionali?
Sicuramente, è cambiato l’approccio nei suoi confronti sia da parte dei consumatori che da parte dei produttori. Un tempo, si sceglievano i cibi integrali per raggiungere un livello di benessere che in quel momento non si aveva, la maggior parte delle volte sacrificando gusto e piacere dalle tavole in nome di una nuova coscienza ed esposizione del proprio corpo, tipica degli anni del boom salutistico – stiamo parlando dei primi anni Novanta, dell’epoca in cui dall’America sbarca in Europa l’aerobica e dei fisici bestiali che inondano i cartelloni pubblicitari così come le locandine dei cinema.
Al contrario, oggi il consumatore interpreta le nuove tendenze in tema di alimentazione e nuovi ingredienti vivendo il benessere fisico come qualcosa di naturale, lontano dalla privazione e dal sacrificio che avevano accompagnato il boom dell’integrale dei primi anni. Nel secondo millennio d.c., “integrale” significa ancora salute e benessere, e questo perché questo tipo di alimento ha molte proprietà: è ricco di fibre, prebiotici, antiossidanti, vitamine, sali minerali e acidi grassi benefici per il corpo, tutti elementi indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo e per il conseguente stato di salute ottimale del nostro corpo, che rendono i cibi integrali migliori rispetto ai tradizionali, il cui processo di raffinazione va ad eliminare la maggior parte delle fibre, delle vitamine, delle proteine e dei nutrienti in generale contenuti nei chicchi di grano.
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